Translate

Breve sunto

Ti è mai capitato di sentire la depressione bussare alla porta?
Sai cos'è la precarietà?
Sai cos'è una musa?
Sai distinguere una robiola da una mozzarella?
Sai che la luna è l'arcano XVIII?
Nessuno ti ha mai detto che la felicità è l'accettazione di entrambi i lati della medaglia?

Marco, trentenne bolognese, è il perfetto simbolo del precariato globale, lavorativo e sentimentale: smarrito tra mille problemi, abbandonato dalla sua ragazza, si ritrova sull'orlo della depressione senza ricevere nessun aiuto concreto da parte del suo fidato, quanto indolente, gruppo di amici, che stazionano in un bar fuori moda, di proprietà di un siciliano permaloso e dai modi pittoreschi; né tantomeno sua madre Agnese è disposta realmente a dargli una mano, limitandosi a ricordargli ogni giorno l'assoluta inadeguatezza della sua esistenza.
L'unico spiraglio di luce arriva dalla sua migliore amica, Carlotta: sarà proprio lei a presentargli la conturbante Nicole e a introdurlo in un curioso social game in voga.
Questi due eventi porteranno un gran sconquasso nella vita di Marco, il quale imparerà a sue spese che non sempre è tutto come sembra...

Un intreccio fluido che si avvale di un'irresistibile ironia, una piccola perla di pop bolognese.

mercoledì 7 gennaio 2015

Intervista agli amici di Zerocinquantuno


10 Dicembre 2014




La mia intervista agli amici di zerocinquantuno, che ringrazio per l'ospitalità. Di seguito il link al loro sito

martedì 6 gennaio 2015

Ciao Pino...

Quando un cuore ballerino se ne va, tra coloro che vivono situazioni simili c'è qualcosa che li unisce nel profondo. Vorrei dedicare questo pensiero...
"Tra di noi ci riconosciamo un po’, portiamo nel petto un cuore indisciplinato, sofferente, impazzito e ribelle, ma meravigliosamente fantasioso.
Conviviamo con l’imperfezione, il vuoto d’aria, l’irregolarità, secondi interminabili tra la vita e non so cosa, un battito continuo ed assordante che ci accompagna incessantemente ogni giorno che Dio manda in terra, quel rumore che per altri è solo un ticchettio rimbombante e insopportabile e che per noi, invece, è vita.
Abbiamo accettato l’idea della precarietà come variabile imprevedibile di quel regalo chiamato esistenza, abbiamo amato le limitazioni pur di disporre ancora di un’alba e di un tramonto.
Abbiamo riscoperto l’essenza, la semplicità, abbiamo rallentato pur di allontanare l’oscura meta, abbiamo sorriso al destino quando qualcosa ci è stato proibito.
Abbiamo accolto l’idea di compromesso perché la nostra fantasia potesse trovare ancora spazio ed esprimersi, consapevoli che il nostro battito ballerino ed instabile avrebbe potuto farci l’ultimo scherzo in qualsiasi momento.
Anche se il nostro motore borbotta un po’, anche se il ritmo non è mai perfetto, riusciamo a costruire tra mille imperfezioni un pensiero, una poesia, una musica originale, che rende la vita un teatro meraviglioso ove il sipario altro non è che una parte imprescindibile dello spettacolo.
Così ti voglio ricordare, così ti saluto Pino Daniele, cuore amico, anomalo e geniale."
Grazie